Missioni possibili pone attenzione alle necessità linguistiche che la vita di tutti i giorni richiede a un parlante non italofono, proponendo un percorso didattico basato sui TBLL (Task Based Language Learning) e combina efficacemente i vantaggi dell’acquisizione spontanea con quelli dell’apprendimento guidato.
Nella didattica dei task il significato è primario, gli apprendenti non devono ripetere contenuti altrui, ma esprimere proprie idee o opinioni, il compito riproduce attività del mondo reale, il raggiungimento dell’obiettivo è prioritario e la valutazione si riferisce al risultato finale. La lingua viene insegnata e appresa attraverso lo svolgimento di attività elaborate appositamente dall’insegnante per permettere agli studenti di esercitare il più possibile le capacità comunicative: la didattica del task insegna a comunicare attraverso la lingua. In altri termini, il TBLL induce l’apprendente a riflettere prima sul significato della lingua e in seguito sulla sua forma. Gli studenti, per lo svolgimento del task che viene loro assegnato, usano la lingua, utilizzando tutte le conoscenze e le competenze a loro disposizione. È noto che impariamo più facilmente ciò per cui siamo pronti, impariamo più facilmente la lingua usandola nella sua funzione primaria, cioè per veicolare significati e notiamo più facilmente un’assenza quando abbiamo bisogno di ciò che manca.
Lo sviluppo della lingua è basato sull’uso, l’aspetto centrale è lo scambio di significati e lo studio delle forme gioca un ruolo di secondo piano. Il risultato può consistere in uno scambio di informazioni in forma scritta o parlata, al fine di risolvere un problema, dare istruzioni, fare confronti, ecc. In ciascuno di questi casi, l’obiettivo dell’attività è indipendente dalla lingua usata per raggiungerlo. Ciascun apprendente adotta strategie differenti e differenti forme linguistiche per raggiungere uno stesso scopo a seconda delle sue competenze, del grado di coinvolgimento nel compito da risolvere, degli stimoli cognitivi che il task presenta. In questo modo gli studenti avvertono la mancanza della struttura o la necessità di saperla usare meglio e quindi cresce la motivazione.
Missioni possibili, con materiali e attività, un uso della lingua con obiettivi pragmatici, la messa in atto di processi quotidiani e l’impiego di più abilità linguistiche coinvolge attivamente gli studenti attraverso tre fasi: la prima ha l’obiettivo di far emergere le conoscenze pregresse e offrire un input lessicale, poi si affronta la realizzazione del task con attività di coppia e di gruppo e, nella terza, si giunge alla riflessione metalinguistica con esercizi variegati e pratici. L’insegnante non forza il processo naturale di sviluppo dell’interlingua e contribuisce, senza essere troppo direttivo, a portare lo studente verso la competenza grammaticale. Si può quindi essere certi che l’apprendimento della lingua italiana con questo testo è proprio una missione possibile che gli autori hanno sperimentato con successo nei loro corsi. E ciò rappresenta un plusvalore didattico.